Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Immergersi in simbiosi

Sportpertutti e sport con tutti è il messaggio che il Circolo subacqueo ravennate e la Uisp vogliono diffondere con il Progetto Nemo, che si appresta a concludere la quarta edizione

La preparazione all'immersionedi Francesca Zilio


RAVENNA - "Praticare attività subacquea insieme, ognuno con le proprie particolarità" è la definizione che dà Gabriele Tagliati del Progetto Nemo che, lo scorso 7 aprile, ha chiuso la seconda fase dell'iniziativa nata nel 2009. Il responsabile del coordinamento attività subacquee Uisp Emilia-Romagna spiega come il progetto, organizzato dal Circolo subacqueo ravennate (Crs), applicando un'idea di sport come mezzo di aggregazione e integrazione sociale coinvolga ragazzi dai 9 ai 14 anni normodotati e con disturbi psichici, fisici e sensoriali. La scelta di non creare un percorso specifico per il mondo delle diverse abilità si è dimostrata essere il punto di forza del progetto che quest'anno è giunto alla quarta edizione.

Costituito da tre fasi, le prime due invernali svoltesi nelle piscine comunali di Ravenna, da ottobre a dicembre, e di Porto Fuori (RA), da febbraio al 7 aprile, il corso sarà completato con la terza fase in mare. Giochi e attività subacquee con bombole e in apnea nelle piscine da 2 e 4 metri hanno preparato i ragazzi alle uscite in mare, come la gita all'isola d'Elba prevista dal 24 al 26 maggio, in cui si applicheranno le capacità acquisite durante l'inverno. "La terza fase serve per dimostrare come la subacquea non sia un esercizio fisico fine a se stesso - spiega Tagliati - ma diventi anche un mezzo per conoscere la natura". Piccole immersioni in sicurezza permetteranno ai ragazzi di scoprire l'ambiente marino, ognuno dalla propria angolazione, non dimenticando però lo spirito di condivisione appreso in piscina.

La subacquea infatti, non essendo uno sport competitivo, si presta perfettamente allo spirito di inclusione che anima il Progetto Nemo. Le immersioni, solitamente organizzate in coppia o in gruppo, stimolano l'attenzione l'uno dell'altro, "obbligano" a imparare a darsi una mano nelle difficoltà, poiché il risultato positivo del singolo dipende dal successo del gruppo. "Non ci sono target, le dinamiche negative dei giochi di squadra non si presentano - afferma il responsabile Uisp - e bisogna solo allungare un po' i tempi degli esercizi. Ma a fronte dei risvolti sociali positivi questo non è un problema". Si può parlare di didattica subacquea, poiché partendo dal concetto che ognuno è possessore di diverse abilità e garantendo le giuste attenzioni ad ogni ragazzo, i risultati riscontrati finora sono stati soddisfacenti. Dare la possibilità di praticare la subacquea insieme senza creare tanti recinti o etichette è la missione principale del progetto Nemo, sostenuto dal Circolo subacqueo ravennate affiliato Uisp, che ora si prepara con entusiasmo alle immersioni in mare.

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